La prima "intervista"....

....al ciclista Francesco Moser.

 La prima persona famosa alla quale io ricordi di avere rivolto domande è stato Francesco Moser (Campione del Mondo di Ciclismo su strada nel 1977, vincitore della Parigi Roubex nel 1978, 1979 e 1980, vincitore del Giro d'Italia nel 1984 e capace di superare il Record dell'Ora di Eddie Merckx). Lo vedevo spesso perchè, all'epoca, la farmacia più vicina a Palù di Giovo era la nostra, a Lavìs.
Un limite del campione trentino era quello di non essere veloce in volata. Per questo, ad esempio, Moser aveva perduto almeno due volte il Campionato del Mondo. Il maggiore cruccio di Moser era quello di fare bellissime gare, per poi essere beffato davanti al traguardo da Giuseppe Saronni. La mia prima domanda a Moser fu proprio: "Perchè ti fai sempre battere da Saronni ?" All'epoca, avrò avuto si e no cinque o sei anni. Moser, che passa per essere suscettibile, con me non lo è stato mai. Anzi, entrai nelle sue simpatie. Moser, lì per lì, non sapeva cosa rispondere. Poi, mi disse che ce la metteva tutta, ma questo, a volte non era sufficiente a vincere. Nelle tre foto: Francesco, vincitore della Milano - Sanremo nel 1984, Giuseppe Saronni e Francesco Moser intervistati da Adriano Dezan (presumibilmente, nel 1978) e Francesco, col sottoscritto, il 28 luglio 1995.

Carlo Campanini (attore)

Una delle poche bugie....

 Era, probabilmente, l'inizio del 1981. Carlo Campanini (N. Torino, 5 ott. 1906 - M. Roma, 20 nov. 1984) era a Conegliano per la sua ultima tournèe teatrale. Mi trovavo con i miei genitori ed i parenti dalla parte di mia mamma al ristorante Eurorest, gestito da amici di mio zio Lino. Loro mi avvertirono che, nella sala interna, stava pranzando il grande attore Carlo Campanini. Sinceramente, non sapevo chi fosse. All'epoca, avevo ancora da compiere otto anni. Quando Campanini lavorava in TV, io non ero nemmeno nato. Così, chiesi lumi ai miei genitori ed allo zio Enrico. Loro mi dissero che aveva lavorato tanto con Walter Chiari sia in televisione, sia al cinema. Mi dissero che non potevo andare lì e dire che non sapevo chi fosse: "L'avrai visto sicuramente. E poi, sai bene chi è Walter Chiari. Per una volta, puoi dire una piccola bugia" ! Io feci come mi avevano detto. Feci i complimenti a Campanini per i suoi film. Lui, dicendomi "bravo !", mi prese la mano. Era a capotavola di una lunga tavolata. Ma non so chi fossero tutti gli altri. Lui mi dedicò un bel po' di tempo. Quando gli diedi una cartolina da autografare, lui fece di più. Mi chiese se io avessi l'abitudine di pregare. Gli dissi di sì. "Ebbene, allora ti insegno la preghiera più veloce da recitare e te la scrivo qui. Le parole sono semplicissime, ma dicono tutto: Gesù, Maria, vi amo. Salvate anime." Poi, ha continuato: "Se sei stanco, o se sei di fretta, puoi usare addirittura le abbreviazioni e dire Ge Ma Vi A. S A. Loro ti capiranno egualmente". Ebbene, a distanza di tanti anni, questa preghiera la recito ancora. Non solo: l'ho insegnata anche ad altre persone, tra cui l'attore Massimo Dapporto. Non so se sbaglio, ma l'autore della preghiera potrebbe essere Padre Pio di Pietrelcina, di cui Carlo Campanini era molto devoto. Io stesso, sono stato a San Giovanni Rotondo (FG) ed ho avuto modo di sostare in preghiera davanti alla teca di vetro in cui è perfettamente conservato il corpo di Padre Pio. Nelle foto qui di seguito, vediamo Walter Chiari e Carlo Campanini, emuli dei fratelli Guido e Giorgio (Ciccio) de Rege, negli sketch che cominciavano sempre con Carlo che esclamava "Vieni avanti, cretino !". Poi, Carlo, insieme a Padre Pio. Infine, Carlo in una foto scattata negli ultimi anni [Foto: Agenzia "Farabola"]. 

Sandro Pertini

Con l'ex presidente della Repubblica, in Val Gardena....

 Per anni mi sono recato a fare la settimana bianca al Monte Pana, sopra Santa Cristina, alle pendici del Sasso Lungo ed a pochi chilometri da Selva di Val Gardena (BZ), dove l'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini era solito trascorrere le vacanze. Pertini era amico del signor Kerschbaumer (papà dell'attuale padrone Andrea), il gestore dello "Sportinghotel" Monte Pana, presso il quale soggiornavo. Tutti gli anni, Pertini passava a salutarlo e si fermava a giocare a scopone.
Incontrai per la prima volta Pertini nel 1985, quando era a termine mandato, ma non riuscii a parlargli. Il 2 gennaio 1986, invece, Sandro Pertini, che era amato da tutti, specie dai bambini e dai giovani, mi fece sedere al tavolino del bar insieme a lui. Io gli chiesi l'autografo. Pertini firmò con una calligrafia assai leggibile ed abbastanza simile alla mia, senza scrivere altro se non il suo nome e cognome. Poi, gli chiesi come si sentisse a non essere più presidente. Pertini, schietto come al solito, rispose: "Eh, quando ero presidente avevo le giornate piene ed avevo sempre qualcosa da fare. Ma è meglio così: a stare sempre al Quirinale ci si rincretinisce !" Non ho la registrazione, purtroppo, ma posso garantire che il presidente usò proprio queste parole. Dell'incontro con Pertini mi rimane il ricordo della grande emozione (N.d.R. : culminata in bagno, poco dopo essermi congedato dal Presidente....), della stretta di mano e del bacio che gli diedi. Nemmeno una fotografia, purtroppo. Le immagini di seguito vedono il Presidente in vacanza in montagna, poi, durante la finale dei Mondiali di Calcio vinti dall'Italia, l' 11 luglio 1982, a Madrid, infine, nel suo studio.

Cino Tortorella

L'ho conosciuto allo Sporthotel Monte Pana (BZ), nel 1986

Un giorno stavo parlando, insieme ai miei genitori, con dei signori. Mi capitò di dire "Qui ci vorrebbe il Mago Zurlì". Uno di loro mi disse: "Guardalo lì, è proprio lui !". Lì per lì, pensai ad uno scherzo. Non mi ero reso conto che, viceversa, a pochi tavoli di distanza dal nostro, sedeva proprio Cino Tortorella, che, oltre ad essere all'epoca il conduttore e l'autore de "Lo Zecchino d'Oro", aveva vestito per quasi vent'anni i panni del Mago Zurlì, personaggio che lui stesso aveva inventato. Mi pare di non essermi avvicinato a lui subito, ma di aver aspettato di rivederlo a cena. Fatto sta che, con qualche titubanza, mi avvicinai al suo tavolo. Avevo notato che era sempre da solo. Sembrava assorto nei suoi pensieri, quasi triste. La cosa mi colpì molto, perchè in TV ero abituato a vederlo brillante e sorridente. Gli chiesi un autografo, che lui mi fece volentieri. Gli domandai poi come mai, negli ultimi tempi, fosse meno in televisione. Lui mi rispose che non era vero, ma che, piuttosto, essendo io cresciuto, probabilmente guardavo meno i suoi programmi, preferendo qualcosa di diverso. Credo fosse proprio così. La mia domanda avrebbe voluto essere un modo per attaccare bottone. Invece, il dialogo si concluse praticamente con quello scambio di battute. A distanza di tanti anni, soprattutto, dopo aver letto la sua bellissima autobiografia "C'è vita dopo la vita", sono molto dispiaciuto di non aver saputo superare quel po' di reciproca diffidenza e di non aver insistito con lui, magari nei giorni a seguire: di lui mi sono fatto un'ottima idea ed ancora oggi lo ricordo tutte le sere. Nelle foto qui di seguito, lo vediamo con i vincitori dello "Zecchino d'Oro" del 1974, con Topo Gigio e con Cristina d'Avena, allo "Zecchino d'Oro" del 1968. 

Luciano Da Canal

Era il presentatore su TVA, la prima TV in Trentino

Sino al 1980, l'unica TV privata in Trentino era TVA. Il presentatore dei quiz, autoprodotti dalla emittente televisiva, era lui: Luciano Da Canal. Nel mio immaginario, lui era alla pari dei Mike Bongiorno ed Enzo Tortora, che comparivano sulle due reti della RAI. Nato nel 1940, dopo aver lavorato come operaio alla Michelin, aveva esordito in radio, per poi approdare alla neonata TVA nel 1978, con "Poli quiz". Poi, condusse altri quiz come "Cooperquiz", "Lo sfidone", "Caccia alla spesa". Poi, ancora, "Il gioco dell'oca". Fino ad arrivare alla trasmissione che lo rese celebre in tutto il Triveneto: "Girovagando in Trentino", ideata e condotta per 25 anni, sino a pochissimi giorni prima della morte. In TV, Luciano aveva legato il nome anche a diverse aziende, per cui aveva curato le telepromozioni. In particolare, "Tramontin". Alla carriera in TV, Da Canal aveva da sempre affiancato quella nei piano bar e nelle feste di paese. Conoscere Luciano Da Canal non fu per me un caso, ma un preciso desiderio. L'occasione capitò nell'autunno del 1978. In quei giorni, sul palco allestito a Trento, in Piazza Italia, lui conduceva uno spettacolo dal vivo, nell'ambito della rassegna "Autunno tridentino". Mi feci portare là da mia mamma e mi avvicinai al palco. Avevo allora cinque anni. Dopo i convenevoli, Luciano mi chiese cosa volessi fare da grande. Gli risposi: "Il giornalista". Poi, gli dissi che da settimane, insieme a mia mamma, provavo a prendere la linea per il "Poli quiz", ma che il telefono risultava sempre occupato. Lui mi disse che, non appena avessi voluto, mi avrebbe ospitato fra il pubblico. La cosa non si concretizzò. Ma diventammo amici. Da quel giorno, lui mi chiedeva sempre se fossi diventato o no giornalista. Quando quel sogno si realizzò, lui ne fu molto felice. Con lui realizzai pure una intervista, presso la sede di RTTR. L'ultima volta lo rividi pochi mesi prima della morte, qui a Lavìs, fuori dal negozio di alimentari di Arturo Paoli. Rimasi sorpreso. Lui mi disse: "Ma come, sei di Lavìs e non sai che Arturo produce i migliori insaccati del Trentino ?!!!". Eccolo, nelle foto, con me, il 6 ottobre 1999, alla conduzione del "Cooperquiz", con la valletta Annalisa, e con Arturo Paoli, durante una puntata di "Girovagando in Trentino".   

A letto dopo Carosello

Sono stato tra gli ultimi a rispettare questa tradizione

Credo di essere stato uno degli ultimi ad essere educato ad andare a letto dopo Carosello. In effetti, io sono nato nel 1973 e Carosello ha chiuso i battenti all'inizio del 1977. Rocordo ancora alcuni dei caroselli, come quello dei formaggini della Susanna, come quello di Ernesto Calindri, che pubblicizzava il Cynar, "l'aperitivo a base di carciofo, contro il logorio della vita moderna". Poi, i frati del DON BAIRO, che cantavano "Cimabue, Cimabue, fai una cosa e ne sbagli due". Per non parlare della canzoncina di Mina per la cedrata Tassoni: "Quante cose al mondo puoi fare, costruire, inventare ! Ma trova un minuto per me". E come dimenticare Nino Manfredi: "Oh, è Lavazza eh ! Più lo mandi giù, e più ti tira su !". Un'ultima menzione per Pippo, l'ippopotamo dei pannolini Lines, per Corrado e l'Olandesina, che pubblicizzavano il detersivo AVA, per la "Milano da bere" dell'amaro Ramazzotti e per Mariarosa del lievito Bertolini: "Brava, brava Mariarosa quante cose sai far tu. Qui la vita è sempre rosa solo quando ci sei tu". Nelle foto qui di seguito: Cimabue, Ernesto Calindri e Nino Manfredi.

Concessioni....

GIOVEDI', VENERDi' E SABATO, EXTRA TIME

Il giovedì era la sera di Mike Bongiorno. Il primo quiz che io ricordi di aver visto è "Scommettiamo ?", della cui sigla mi feci regalare anche il disco. Mi veniva concesso di vedere le fasi preliminari. Il venerdì, su Raidue, c'era Enzo Tortora con "Portobello". Naturalmente, potevo vedere la persona del pubblico alle prese col pappagallo, che non voleva saperne di pronunciare il nome. Solo l'attrice Paola Borboni riuscì a far parlare il pappagallo ed a fargli dire "Portobello !". Poi, mi incuriosiva vedere i personaggi che si presentavano con invenzioni stranissime, per poi entrare ciascuno in una cabina telefonica. Un altro ricordo legato a quel programma è quello del "Ahi, ahi, ahi, Big Ben ha detto stop !!". Mi piaceva poi la capo-centralinista Renèe Longarini. Il sabato, invece, era la serata del varietà. I primi di cui io abbia un vago ricordo sono "Io e la befana", con Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, e "Ma che sera" (di cui mi piaceva tantissimo la sigla, cantata da Raffaella Carrà: "Com'è bello far l'amore da Trieste in giù"). Con la Carrà c'erano Paolo Panelli, Bice Valori e, soprattutto, Alighiero Noschese - che certamente è stato il più bravo imitatore - . Bravissimo fu anche Gigi Sabani, il quale, però, non faceva travestimenti, limitandosi a caratterizzare i personaggi. Oggi, di altrettanto bravo, mi viene in mente solo Dario Ballantini che, però, si limita a molti meno personaggi rispetto ai 99 di Noschese), e Maurizio Crozza, che, però, ha il difetto di dare una linea troppo schierata politicamente alle proprie trasmissioni. Ricordo con piacere Fantastico, del 1979, con Heather Parisi, Loretta Goggi ed un giovanissimo Beppe Grillo, e Fantastico 2, forse la più divertente edizione di Fantastico in assoluto, con un cast d'eccezione: Corrado, Raffaella Carrà, Renato Zero (che cantava "Viva la RAI" vestito da donna), Gigi Sabani, il maestro Tony de Vita e le inviate in esterna Ramona Dell'Abate (biondissima) e Marina Perzy (mora).

Piano bar....

Ho cantato per Barbara Bouchet

Era settembre del 1994. Mi trovavo all'albergo "Pizzomunno" di Vieste, sul Gargano, in provincia di Foggia. Quasi tutte le sere il maestro Rico Garofalo (ha insegnato pianoforte anche a Renzo Arbore) mi concedeva il pianoforte per un paio di canzoni. Una sera era presente anche l'attrice Barbara Bouchet. L'attrice mi era sembrata un po'schiva. Forse, era solo stanca. Fatto sta che un sorriso sono riuscito a strapparglielo quando le ho dedicato una canzone. Non ricordo se fosse "Rose rosse" (portata al successo da Massimo Ranieri) o "Il cielo in una stanza" (di Gino Paoli). Nelle foto qui di seguito, eccomi con il maestro Rico (Federico) Garofalo (n. 1 mag 1924 - m. 10 lug 2000). Poi, Barbara Bouchet negli Anni '80 e nel 2000 (Foto Novella2000_it).   

Papa Luciani

Un santo, che i miei zii di Vittorio Veneto ebbero per amico

Da tanti anni, ho una passione per Papa Albino Luciani. E' stato Papa solo per 33 giorni, dal 26 agosto al 29 settembre 1978. Eppure, è rimasto nel cuore di tanta gente per la semplicità ed umiltà con cui si poneva e con cui parlava, ma anche per l'esempio dato nel corso della propria vita, attuando ciò che il Vangelo ci insegna. Lui era stato vescovo di Vittorio Veneto dal 1959 al 1969 ed in quel periodo fece amicizia con i miei zii Annamaria e Toni de Conti. Con lui, in particolare, impegnato nell'Azione Cattolica. Mia zia, non molti anni fa, mi raccontò di come lui fosse disponibile con tutti, come un semplice parroco, e di come, per non portare via soldi a chi ne aveva bisogno, avesse rinunciato addirittura ad avere la TV, preferendo guardarla al bar. Con lei parlammo di tante cose, compresa la improvvisa morte, rimasta avvolta nel mistero. Fatto sta che quando vado a Roma, cerco di far visita a Papa Luciani, che è sepolto nelle Grotte Vaticane, che si trovano sotto la Chiesa di San Pietro. Davanti alla sua tomba, non c'è nemmeno un inginocchiatoio. Io staziono là e mi emoziono tutte le volte. Ora, sembra che l'iter per dichiarare la santità di Papa Albino Luciani sia in dirittura d'arrivo. Per capire quale fosse la sua semplicità e la sua bontà, basta andarsi a riguardare i video dell'epoca, presenti anche in Internet, ed andarsi a rileggere i suoi discorsi. Nella prima foto, scattata in curia a Venezia, il signore con i baffi è mio zio Toni, mentre mia zia Annamaria è al suo fianco, seconda da destra. Nella seconda, Albino Luciani fa visita ai giovani degenti in un ospedale. A destra, lo vediamo durante un Angelus. 

Padre Pio....

Lui mi ascolta, fallo anche tu !

Vieste (FG), 11 settembre 1994. Ricevo in omaggio un bellissimo volume, intitolato "Padre Pio e la sua opera", edito nel 1986 dalle Edizioni "Casa Sollievo della sofferenza". A regalarmi il libro sono Emanuela e Michele Sfregola. Quest'ultimo era stato massaggiatore di Parma, Inter e Bari, prima di diventare massaggiatore dell'hotel "Pizzomunno" di Vieste. Avevo fatto amicizia con lui grazie alla comune passione per il calcio. Quando sua moglie mi parlò di Padre Pio, fui un po' disorientato: avevo sentito parlare di lui, ma avevo ascoltato pareri discordanti. Lì, Manuela giocava in casa, perchè San Giovanni Rotondo, il paese in cui Padre Pio trascorse quasi tutta la vita, confessando i fedeli anche per 12-13 ore al giorno, era a pochi chilometri da Vieste. Sulla prima pagina del libro, Emanuela mi scrisse: "Quando ho bisogno di pregare mi rivolgo a lui, e lui mi ascolta. Fallo anche tu, lui è lì". Misi da parte il libro, che ho tra le mani in questo momento. Nel corso degli anni, seppi che i miei zii di Vittorio Veneto, quelli di cui ho già parlato a proposito di Papa Luciani, erano stati a San Giovanni Rotondo a chiedere aiuto a Padre Pio, dopo che, negli Anni '50, avevano perso ben due bambine in tenera età. Ebbene, Padre Pio disse loro di non disperare, perchè avrebbero avuto di lì a poco un maschio ed una femmina. Chiese di chiamare il bambino Francesco (che era il nome di battesimo dello stesso Padre Pio) e di chiamare la bambina Maria Pia, in onore di Maria, la mamma di Gesù, ed in ricordo di Padre Pio. Devo dirvi con emozione che loro due sono nati effettivamente e che a loro volta hanno dato discendenza ai miei zii. Quanto a me, mi sono rivolto a Padre Pio in momenti molto delicati ed ho effettivamente percepito la sua presenza e ricevuto il suo aiuto. Così è, senza giri di parole. Nella foto al centro, mi trovo a San Giovanni Rotondo (FG), il 27 luglio 2009. In quella occasione, ho potuto sostare davanti al corpo imbalsamato di Padre Pio.